Il blog dei commercianti e dei piccoli imprenditori di Via della Pace a Brescia

lunedì 1 luglio 2013

Perché nel Paese della bellezza autentica crescono gli outlet e i centri commerciali?





C’è una strategia ben precisa dietro l’organizzazione degli outlet , a
partire dagli edifici, una scenografia di facciata che ricorda le case
di fine ottocento, portici, balconi, costruzioni  a due piani, dotati
di fiori finti alle finestre, che non ospitano degli abitanti ma solo
una sequela di negozi, più o meno uguali.

Il periodo architettonico scelto non è casuale è solo dietro l’angolo
nella nostra memoria, evoca la nostalgia della storia dei nonni,
difficile ottenere lo stesso risultato arretrando nel passato remoto.
Tutto si gioca  in una logica di manipolazione ed estraniazione.
Abituati a convivere con una bellezza senza pari nel mondo,  tanto da
far perdere letteralmente la testa ai tanti turisti stranieri, ed ad
una creatività straordinaria che si riverbera su ogni prodotto
italiano, cosa ci spinge a frequentare dei luoghi fac-simile e perché?

Un sottile disegno vuole cancellare la forza creativa, il made in
Italy, quel marchio a cui ognuno di noi è orgogliosamente fiero di
appartenere, ritrovando in esso la  nostra storia geniale, ma i nostri
prodotti sono sempre di meno sul mercato sostituiti da altri in
vendita in questi luoghi non luoghi. Non è un caso.

L’Italia si sta impoverendo, le imprese di produzione chiudono al
ritmo di una al secondo,  molti nel mondo  ci tengono d’occhio pronti
ad acquistare l’eccellenza in saldo, nuovi investitori francesi arabi
ed asiatici, consapevoli del surplus di valore delle aziende italiane
e dei loro prodotti sono in agguato.

I negozi sono l’avamposto di questa bellezza, sono i luoghi dove si
vende il made in Italy e  la loro chiusura non è casuale, il Potere
vuole che noi si compri altrove prodotti che con la nostra storia non
c’entrano nulla. Eccoci quindi pronti ad  acquistare la tazzina
dell’Ikea a rischio di rottura a contatto di un liquido caldo, per
loro ammissione,  quando abbiamo ( avevamo, ora del gruppo francese
Pinault) la raffinata tazzina Richard Ginori, che in tutta la sua
lunga vita non ha mai dato problemi. Acquistiamo mobili senza durata
fatti con materiali di dubbia provenienza in sostituzione di una
nostra solida e bella tradizione del legno. E potrei continuare…

Aziende italiane fuori gioco per fare posto ad altre ed impoverire il
Paese, rendendolo appetibile a chi se ne intende….e i nostri politici?

Servono idee non tessere e poltrone.

Annamaria Beretta

Titolare di Rosantico

4 commenti:

  1. sono perfettamente daccordo. stefano d'ambrosio il mercante di stelle

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  2. L'incuria per i luoghi pubblici, l'inesistente attenzione verso il tessuto sociale e artigianale, la morbosa politica "cultuale" dei Grandi Eventi rischiano di renderci incapaci anche solo di vedere il contesto e il tessuto continuo delle nostre città. la Politica dei Grandi Centri Commerciali serve esclusivamente ad alimentare una corporazione di transumanti del consumismo di massa e non a creare una comunità di cittadini Senza una visione di futuro rischiamo di mandare in frantumi non solo il contesto monumentale e materiale ma anche il corpo sociale cittadino che si frammenta in consorterie e cerchie chiuse incapaci di comunicare con le altre realtà rendendo difficoltosa non solo la costruzione ma addirittura una visione di futuro....Porre l'attenzione sulla città e sul coinvolgimento diretto dei cittadini deve essere il piano di rilancio.

    Giuseppe

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  3. Povera Patria.....canta Battiato! Canzone profetica ed appropriata allo sfacelo culturale a cui stiamo assistendo! Per fortuna c'e Passaggio in Via Pace e persone come te e coloro che animano una delle vie più belle di Brescia! Chiara

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