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giovedì 18 luglio 2013

Cna, 6 proposte per una conversione "green" dell'economia italiana


Un cambio di sistema e una nuova politica industriale sono state chieste a gran voce dalla Cna. La Confederazione degli artigiani ha stilato 6 proposte per rendere l'economia italiana veramente 2green":
1) "Una riforma fiscale green"- la Cna chiede di far pagare di più a chi inquina, non dunque una diminuzione delle tasse, ma un semplice spostamento delle aliquote a gettito invariato. Una proposta simile è già stata proposta nell'ambito dei rifiuti anche da Legambiente che ha lanciato una petizione popolare per modificare la Tares chiedendo di far pagare meno a imprese e famiglie che producono meno rifiuti.
2) "Investimenti per infrastrutturare il Paese"- il riferimento è sia a infrastrutture materiale che immateriali;
3) "Abolizione del SISTRI"- la Cna sottolinea che il sistema per la tracciabilità dei rifiuti è costato alle imprese 400 milioni  di euro e lo definisce "truffaldino, falso e inefficace";
4) "Semplificazione- Think Small First"- la richiesta è quella di leggi più semplici per allentare il cappio della burocrazia sulle imprese;
5) "Politiche di vantaggio e di revisione del sistema di incentivazione"- per la Cna gli incentivi per la produzione green son fondamentali, tanto che tra le misure più urgenti si sottolinea proprio la necessità di stabilizzare la detrazione fiscale del 65% e di creare nuovi incentivi per il fotovoltaico, favorendo in particolar modo i piccoli impianti adatti alle famiglie e alle imprese;
6) "Una nuova rappresentanza e un polo ambientale per le imprese green"- la Cna ritiene necessaria la creazione di una confederazione delle imprese verdi e si dice pronta a guidare questa nuova federazione.
La confederazione ha rilasciato anche alcuni numeri che testimoniano gli effetti benefici della green economy: dai 5,6 milioni di posti di lavoro in Europa attualmente connessi all'economia verde ai vantaggi che hanno le aziende che investono in innovazione, ad esempio nel 2011 il 37% delle imprese che realizzano eco-investimenti ha esportato contro il 22% di quelle non green.
Tutti questi concetti sono stati espressi, in modo più dettagliato, anche da Tommaso Campanile, Responsabile Dipartimento Ambiente e Competitività, che nella sua relazione ha affrontato le tematiche relative allo sviluppo di un'economia green, ai posti di lavoro già oggi legati a questo settore e alle iniziative, soprattutto in ambito politico, che a suo avviso dovrebbero essere attuate.
Campanile ha ricordato inoltre gli impegni sul clima e l'energia imposti dall'Unione Europea fissati nel famoso pacchetto 20-20-20, ma ricordando anche che, guardando oltre il 2020, è sempre più probabile la creazione di una nuova Roadmap al 2050 che porti gli Stati membri a investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili per tagliare le emissioni di gas dell'80-95% al 2050.
Per questo motivo nella sua relazione Campanile ritiene necessario un nuovo modello di sviluppo: "I ritardi accumulati- si legge nella relazione- devono essere superati con decisioni che possano orientare sicuramente la vita delle famiglie, gli stili di vita, i consumi, la produzione di beni e servizi pur in un'economia di mercato che garantisca concorrenza e scambi commerciali."


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