Il blog dei commercianti e dei piccoli imprenditori di Via della Pace a Brescia
mercoledì 10 luglio 2013
Organizzazioni di categoria? No grazie!
Sono tantissime le organizzazioni di categoria eredi di quelle
corporazioni medioevali che hanno sostenuto e promosso in modo
eccellente le arti, i mestieri, le professioni, tradizione che ha
reso grande e unica l’Italia nel mondo.
Nonostante la proliferazione di sigle, mai il lavoro autonomo ha
vissuto periodo più nero, chiude un’azienda al minuto, e quelle che
restano boccheggiano soffocate da un’imposizione fiscale che non
lascia scampo, stritolate dalla crisi peggiore degli ultimi anni.
Lavoratori autonomi additati dalla pubblica opinione come evasori
fiscali, schiacciati da ritmi di lavoro che per tutti gli altri
lavoratori sarebbero insostenibili, sprovvisti di ammortizzatori
sociali, tanto da non permettersi il lusso di ammalarsi, titolari,
forse, di pensioni esigue, da percepire molto in là negli anni,
nonostante i tanti contributi versati.
Nessuna capacità di risposta delle organizzazioni a eventi gravi che
nella vita lavorativa di tutti possono accadere, nessun fondo di
solidarietà, nonostante il denaro si sprechi nei tanti convegni, nei
giornali patinati, pieni di parole che interessano pochi. Nessuna
analisi sui tanti suicidi che parlano di vite difficili, di conti che
vanno storti, di ordini che non arrivano, di lavoro che manca. Storie
di piccoli imprenditori che soccombono sotto il peso della crisi,
spesso per la vergogna che nulla è più come prima, e lavorare sodo non
basta più . Come soluzioni arrivano risposte banali, mediocri, un
numero verde dove parlare con un operatore quasi per finta, perché la
disperazione continua ogni giorno in questo Paese che non l’ha mai
conosciuta in questa forma inquietante. Siamo sempre stati una
comunità di persone, ognuno dentro una rete di mutuo soccorso, avevamo
di meno ma sapevamo condividere tanto. Avere un’organizzazione di
rappresentanza servirebbe a sottolineare anche questo valore, invece
le porte per chi ha bisogno si chiudono, a doppia mandata. Se prima il
lavoratore autonomo era un senza voce nel dramma diventa invisibile.
La cosa più grave è il loro conflitto d’interessi che aleggia
pesante, e sul quale bisognerebbe indagare, da una parte impegnati a
parole, a rappresentare, promuovere e difendere il lavoro autonomo,
dall’altra a gestire la contabilità degli iscritti. Non può essere il
loro obiettivo la semplificazione se dalla complicazione di norme, di
registri, di altro traggono guadagno.
Sono lo specchio di una cattiva politica che esclude invece di dare
voce che non risolve i problemi ma diventa il problema, che ha bisogno
di tessere per continuare ad esistere e poltrone dove siedono le
stesse persone da anni.
La soluzione è solo una: dare voce ai piccoli lavoratori autonomi
nei luoghi della Politica, senza intermediazione alcuna, facendo
circolare le buone IDEE.
Annamaria Beretta titolare di Rosantico
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Sante parole
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