Serve
coraggio per cambiare.
Gestire
la cosa pubblica significa occuparsi della vita dei cittadini in maniera
trasparente e corretta, con un unico
obiettivo: il bene comune, superando il
concetto di tessere, di appartenenze partitiche, di amicizie solidali che poi
altro non sono che ignobili mezzi di voto di scambio.
Purtroppo
non è così, lo si vede ogni giorno, in ogni settore, la politica procede per
interessi di parte, si afferma attraverso contrapposizioni e intolleranza, lontano dai veri bisogni delle persone che
ogni giorno vivono un disagio legato
alla disorganizzazione, inefficienza, mancanza di progettualità, ignoranza
delle cose, autoreferenzialità, chiusura.
E’
difficile lavorare in questa situazione, ci si sente abbandonati a sé stessi,
mentre l’appartenenza ad una società civile ben governata significa altro, il
cittadino è sovrano ed ogni problematicità ha la sua soluzione elaborata con il
contributo di tutti i protagonisti, dentro uno schema preorganizzato,
predisposto per tutti e per ognuno senza differenza alcuna, di luogo, di
status, di appartenenza politica.
Il
settore commercio, è da tanto che lo scrivo, vive un momento drammatico, è la
prima linea della contrazione dei consumi, e richiede un’attenzione particolare fatta di azioni positive di sostegno, lontane dalla
ritualità e dagli schemi finora adottati.
Rimane
pochissimo tempo per mettere in cantiere soluzioni che possano dare la sveglia ad un settore in
difficoltà ma necessario alla vita della città, non serve denaro, ci vogliono idee, parole
nuove, messaggi precisi che facciano comprendere a tutti l’importanza di un piccolo negozio aperto,
luce nella città, accoglienza, presidio, diversificazione merceologica,
sostegno al Made in Italy.
Serve
un’analisi della realtà, una sintesi ed un progetto semplice, applicabile a
tutta la città, un format operativo con
un unico metodo che esclude l’utilizzo del pubblico denaro, capace di mettere
in relazione attività e residenti e di promuovere insieme ai negozi la bellezza
diffusa.
E’
così semplice, perché non provarci? Spiace vedere ogni giorno saracinesche che
si abbassano, vetrine che si spengono, bancarelle che occupano per tempi brevi
e senza alcun dialogo o accordo preventivo
lo spazio antistante i negozi contendendosi gli stessi consumatori, vie che
celebrano eventi, alcune con pubblico denaro e pomposo sostegno , altre senza, iniziative costose di dubbio gusto pensate a
tavolino che utilizzano i soldi di tutti a favore di pochi, mercati all’aperto
arbitrariamente a rischio chiusura. E potrei continuare. Serve coraggio e la
consapevolezza che le cose possono e devono cambiare, con il contributo di
tutti, con una visione allargata e non parziale. Serve un piano commerciale per
tutti, senza differenze, senza privilegi.
Annamaria
Beretta
Rosantico
via Pace 13 a Brescia