Occuparsi dei negozi richiede mente e cuore non pubblico denaro.
Sembra interessare ben poco che i negozi chiudano, le città si trasformano in luoghi deserti inospitali, bui e degradati, avanti di questo passo raggiungiamo senza accorgerci il punto di non ritorno. Nel settore commercio un numero infinito di addetti ha perso il lavoro, come se una grande azienda avesse chiuso i battenti, nell’indifferenza e silenzio generale. Chi amministra non muove un dito, non esce per strada, non si informa, non vede le mille difficoltà di un settore che langue ma che è necessario alla vita della città.
Non c’ è solidarietà, è vero, tra chi da sempre è abituato ad arrangiarsi e ad aggiustarsi i conti senza chiedere nulla, vessato da mille incombenze ma ora è arrivato il momento per cui qualcuno se ne deve occupare, non c’è più tempo da perdere.
Come? Cambiando strategia con i piccoli eventi, non costosi, non gestiti a tavolino da chi di commercio non sa nulla e propone dall’alto delle sue laute parcelle idee che lasciano il tempo che trovano. Non se ne può più, dei soldi pubblici gestiti in questa maniera, dati a persone che per mesi se ne stanno in vacanza vantandosene pubblicamente, lontane anni luce dalla realtà di fatica, di impegno di chi in un negozio di questi tempi ci lavora e deve pagare affitto e quant’ altro.
Li ascolto i commercianti ogni giorno, condivido con loro molte problematiche mi identifico in chi racconta di non poter pagare bollette, di non farcela più, e questi disagi non possono essere colti da chi si colloca molto lontano, da chi nelle organizzazioni ha una poltrona sicura, da chi per chi sa quali storie e meriti si inventa un progetto pagato con i soldi di tutti.
Ci vogliono parole nuove:
- il negozio sotto casa è un bene prezioso illumina la città è in stretta relazione con la sua bellezza e con i suoi abitanti ed occuparsene richiede mente e cuore non pubblico denaro.
Annamaria Beretta titolare di Rosantico in via pace 13 a Brescia
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